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LA CHIESA DI DOMANI
Da Risveglio
Pentecostale
Anno
1953 - N° 5-6
Quando un risveglio
spirituale infiamma un popolo di credenti, sembra che
quel fuoco divino non debba più cessare e che,
attraverso le generazioni, si debba perpetuare la
potenza che ha suscitato, col risveglio, un nuovo
movimento.
Purtroppo la realtà smentisce duramente quella
che, più che unillusione, era stata una
dolce speranza ed anche se il movimento rimane
nominalmente, esso finisce per divenire
denominazione ed aggiungersi alla lunga teoria di
comunità ecclesiastiche professanti i principi
teorici del cristianesimo.
Al risveglio segue la crisi, alla potenza succede
il formalismo; alla libertà e alla guida dello
Spirito Santo viene sostituita
lorganizzazione: i successori, gli eredi
dei fondatori del movimento nato dal risveglio,
non riescono a mantenere acceso e vivo il fuoco
sacro posto sopra laltare dellEterno.
Un passo della Bibbia sembra
darci la più precisa spiegazione di questo fenomeno
spirituale.
«
sorse dopo di loro unaltra generazione, la quale
non aveva conosciuto il Signore, né le opere che Egli
aveva fatto verso Israele. E i figliuoli dIsraele
fecero ciò che dispiace al Signore» (Giudici
2:10).
Siamo nel periodo
oscuro dei giudici; il tipico periodo di crisi. In
Israele si vede corruzione, disordine, formalismo,
peccato.
La gloria dei giorni di Giosuè è ormai oscurata
da un popolo sensuale e sacrilego che aggiunge
con colpevole regolarità ribellione a ribellione;
da un popolo che «non
ha conosciuto il Signore»
e che «non ha
veduto le Sue opere».
La nuova generazione,
sulla quale probabilmente erano fondate le speranze
dei padri, non riesce a mantenere vivo il fuoco della
potenza e della gloria.
Questa
breve considerazione ci autorizza a concludere
che ogni risveglio è
condannato alla distruzione se viene affidato,
per eredità naturale, alla generazione che segue,
cioè se la «chiesa del
domani» viene veduta, quasi per diritto
inalienabile, nei figliuoli dei pionieri del
risveglio.
No, i beni di Dio
non possono essere trasmessi per eredità
naturale e leducazione religiosa o morale
che i figliuoli dei credenti possono ricevere
nellambito delle proprie famiglie non
potranno mai sostituire le reali esperienze
spirituali che sono necessarie per mantenere
acceso il fuoco di Dio.
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Un ministro
dellEvangelo descrive così il pericolo
dellereditarietà:
«In
una comunità piena di potenza spirituale cè
una famiglia di fedeli con alcuni figliuoli; il
maggiore di questi raggiunge il quattordicesimo anno
di età e viene condotto dal padre al pastore.
- Pastore, dice il padre
senza preamboli, vorrei che
questo mio figliuolo fosse ammesso alla chiesa e,
quindi, venisse battezzato».
Il pastore osserva che il
ragazzo non ha ancora accettato Gesù come Salvatore e
che, purtroppo, non ha ancora fatto esperienze spirituali.
È un bravo ragazzo, è vero, ubbidiente e anche assiduo
nel frequentare la chiesa, ma privo di quanto è
necessario per essere battezzato.
Il padre non si convince e, di fronte alle reticenze del
pastore, conclude decisamente:
«Pastore,
se lei non vuole battezzarlo, io lo condurrò in
unaltra chiesa».
Il pastore rimane sconvolto ma
alla fine china la testa e, per non perdere il ragazzo e
tutta la sua famiglia, acconsente a battezzare un
bravo figliuolo che non ha conosciuto il
Signore e non ha veduto le Sue opere.
Ecco come si forma
una comunità che, pur serbando lo stesso nome del
passato, pur professando la dottrina dei padri, pur
credendo teoricamente alla potenza di Dio, presenta
lo spettacolo desolante della crisi e del formalismo.
Il padre del ragazzo non vedeva la necessità di
un incontro personale e reale con Dio.
Possiamo aggiungere
che purtroppo molti, anche in questi giorni, non
vedono questa necessità e pensano, anzi, di
sostituire le gloriose esperienze del risveglio con
programmi, liturgie e forme ecclesiastiche.
La crisi
nasce, perciò, dallassenza delle vere
esperienze cristiane ed il risveglio muore nel
formalismo o nelle fredde consuetudini del
tradizionalismo.
Conveniamo
che queste parole suonano amare per coloro che
parlano insistentemente dei giovani e dei
fanciulli che crescono allombra della
chiesa come della «chiesa del domani», ma è
proprio a costoro che vogliamo far brillare la
visione di una tragica realtà.
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No, giovani e fanciulli non
saranno la chiesa del domani, se prima non incontrano
personalmente il Signore, perché, se lo vorranno
essere senza di Lui, lo saranno soltanto in maniera
da manifestare un cristianesimo completamente diverso
dal cristianesimo dei padri.
Noi
non vogliamo apparire audaci quando affermiamo
che il passo dei Giudici citato,
risulta oggi di scottante attualità e che una
crisi profonda già travaglia tutti i movimenti
di risveglio nati allinizio del presente
secolo.
Come risolvere la crisi?
In un modo solo: «Fermatevi
sulle vie e riguardate; e domandate dei sentieri antichi
» (Geremia
6:16).
Le vecchie esperienze, i
sentieri che procurarono obbrobrio e scherni ai padri
della Pentecoste, la potenza dello Spirito per la quale
furono giudicati fanatici ed esaltati, rappresentano gli
elementi per far ardere nella chiesa di domani il fuoco
del risveglio che lIddio immutabile ha acceso ieri
nel mondo.
R.
Bracco
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